Quando si tratta di UX writing mi sento spesso un po’ Umarell, il termine usato per gli anziani che controllano i cantieri. Io guardo siti web e app, loro fissano siti fisici e appalti. Io ispeziono testi di UX writing a lavori finiti, loro controllano le opere di edilizia con lavori in corso. Io e l’Umarell critichiamo senza pietà e con veemenza: è più facile trovare gli errori quando si è spettatori e gli altri sono al lavoro.
L’elenco che segue contiene alcuni errori stupidi di UX writing che ho visto nei siti web e nelle app nel corso degli anni. Li chiamo in questo modo solo perché è davvero un peccato farli, soprattutto quando si scrive bene.
5 errori di UX writing che vedo spesso
Lei, lui e l’asterisco
Mi viene una leggerissima orticaria ogni volta che premo sul log in di un ecommerce o vado sull’app di un certo brand e leggo: “Benvenuto Giulia”, il mio nome fittizio preferito. In quell’istante vorrei andare dall’autore del microcopy, UX writer o chissà, e punirlo un pochino per la mancata ricerca di una forma neutra.
Qualcuno potrebbe sostenere che si tratta di un argomento di poca importanza, ma se quel “Benvenuto” fosse rivolto a un target all’80% femminile? Esiste nel 2020 una percentuale che può giustificare totalmente la dimenticanza di un genere?
Tre di tante soluzioni da UX writer
La forma breve e totalmente mobile first è: “Ciao [Nome]”. Per i più alternativi esistono anche formule come: “È bello rivederti, [Nome]” o “Buon [giorno della settimana]”. Queste sono solo tre opzioni delle tante che puoi prendere in considerazione.
Ah, già, l’asterisco cosa c’entra con tutto il discorso?
L’ho inserito perché è apparso come soluzione neutra prima sulla carta stampata e poi sui social. Confesso che non amo “Benvenut*” e preferirò sempre perdere un minuto in più per trovare un’alternativa.
Tu, io e noi
Altro errore altamente evitabile è l’uso di persone diverse. Non sto parlando di target, ma di grammatica.
Prima di partire con lo UX writing, si deve definire quale sarà il ruolo del brand nel sito, parlerà con la forza del “noi”, sarà una “non presenza” o altro? La scelta di umanizzare o non farlo è guidata da molti fattori.
Lo stesso discorso vale per l’utente: prima persona (con brand in “non presenza” per non far confusione), seconda persona singolare o plurale?
Fai scelte precise e mantienile. Eviterai così di avere un titolo che riporta “Il tuo profilo” e subito sotto “I miei ordini” o “Entra” e accanto “Richiamami” (il servizio era un call me back da brand a cliente). Mi è capitato di vedere anche queste crisi di identità pesanti.
Il sito ecommerce di Louis Vuitton è un esempio di brand che si rivolge al cliente usando la seconda persona plurale.
La mia soluzione preferita? Il brand che si qualifica con “noi” e si rivolge a una seconda persona singolare. Più amichevole e coinvolgente.
Relazioni saltate
Perdonabile anche se poco comprensibile è l’eliminazione di articoli, preposizioni o in generale di tutti quei connettori di poche lettere nei microcopy. Si parla di mobile first, non di telegrafo. Ti inviterei quindi a scrivere in modo completo per premiare la chiarezza. Preferisci “Scegli il pagamento” al posto di “Scegli pagamento” e simili.
Infinito robot
Lo vedo più frequentemente di quanto vorrei: l’uso di verbi all’infinito nelle call to action. Talmente formale che quasi mi sembra inumano. Quando leggo un “Accedere” o “Iscriversi” penso ai robot nei film degli anni ’90, non allo UX writing.
Ecco un esempio datato 2020 di cui non svelerò il brand.
Azioni mancate
Una delle principali funzioni dei microcopy è quella di suggerire un’azione all’utente, guidandolo nel processo di registrazione o verso un acquisto, per esempio. Scrivere “Nuovo utente” anziché “Registrati” non è un errore in sé, ma potrebbe penalizzare moltissimo le performance. Con questa affermazione non voglio dire di mettere ovunque dei verbi, ma di valutare con attenzione il loro inserimento.
Vuoi altre 5 dritte su UX writing e user experience? Ti consiglio questo articolo:
5 UX writing tips that help you create the best user experience
di L.P.