Nel mondo del design, i termini “user-centered” e “human-centered” sono stati centrali per anni. Tuttavia, l’evoluzione delle sfide globali richiede un approccio più ampio, capace di affrontare le grandi problematiche sociali come la sostenibilità ambientale, la disuguaglianza di genere e la povertà. Questo approccio prende il nome di Humanity-Centered Design (HCD), un metodo che estende il focus dall’individuo alla comunità e all’intero ecosistema.
Don Norman, co-fondatore e Principal Emeritus di Nielsen Norman Group, è una figura chiave nel campo del design. Autore e ricercatore, è stato tra i pionieri nell’introdurre il concetto di User-Centered Design e, con il tempo, ha guidato l’evoluzione verso approcci più inclusivi come il Humanity-Centered Design. Norman invita i designer di oggi a pensare in modo sistemico, abbracciando il potenziale del design come strumento per risolvere le grandi sfide della società.
Che cos’è il Humanity-Centered Design?
Il Humanity-Centered Design si basa su cinque principi fondamentali:
- Risolvere i problemi alla radice: spostare l’attenzione dai sintomi al nucleo della questione.
- Focalizzarsi sull’intero ecosistema: includere non solo le persone, ma anche l’ambiente e tutte le forme di vita.
- Adottare una prospettiva sistemica a lungo termine: riconoscere che ogni componente è interconnessa e che alcuni impatti si manifestano solo dopo decenni.
- Testare e perfezionare continuamente i progetti: garantire che le soluzioni rispondano realmente alle esigenze degli utenti.
- Lavorare con la comunità: coinvolgere attivamente le persone per co-creare soluzioni, invece di progettare dall’alto verso il basso.
Perché il coinvolgimento della comunità è cruciale
L’ultimo principio rappresenta una differenza fondamentale rispetto ai metodi tradizionali di progettazione centrata sull’utente. Mentre il design convenzionale tende a considerare gli utenti come destinatari passivi di un prodotto, l’HCD li vede come co-progettatori attivi. Questo significa che i designer devono facilitare processi partecipativi, ascoltare i bisogni e valorizzare le risorse locali.
Un esempio pratico di questo approccio è la progettazione di un parco giochi inclusivo. Invece di limitarsi a creare un’area gioco tradizionale, i designer coinvolgono genitori, bambini e persone con disabilità durante tutto il processo di progettazione. Organizzano workshop e interviste per raccogliere feedback e identificare le esigenze specifiche. Questo metodo garantisce che il parco giochi non solo sia accessibile, ma anche che promuova l’inclusione e soddisfi le aspettative di tutta la comunità.
Sfide del Humanity-Centered Design e come affrontarle
Nonostante i vantaggi, l’HCD presenta delle sfide. Coinvolgere la comunità richiede tempo e risorse, e non sempre è facile conciliare le esigenze di tutti i partecipanti. Ecco alcuni suggerimenti pratici per i designer:
- Stabilire aspettative chiare: definire fin dall’inizio gli obiettivi del progetto e i limiti, in modo che tutti i partecipanti comprendano cosa è fattibile e cosa no.
- Creare spazi di dialogo aperti: organizzare incontri regolari per raccogliere feedback e discutere i progressi. Questo permette di adattare il progetto in base ai nuovi input.
- Utilizzare strumenti di co-design: tecniche come il mapping delle esperienze e i prototipi rapidi possono facilitare il coinvolgimento e aiutare le persone a esprimere le loro idee in modo concreto.
Applicazione pratica: suggerimenti per designer
Di seguito alcuni consigli pratici per applicare i principi dell’HCD nei progetti quotidiani:
- Analisi del contesto sociale: prima di avviare un progetto, mappa il contesto sociale e ambientale. Ad esempio, se stai progettando un’app per promuovere l’attività fisica, analizza come le persone della comunità vivono la questione dell’esercizio fisico e quali barriere affrontano.
- Creazione di soluzioni flessibili: progettare per l’adattabilità consente di rispondere meglio ai cambiamenti nel tempo. Utilizza strutture modulari e contenuti personalizzabili.
- Integrare la sostenibilità: pensa all’intero ciclo di vita del prodotto, dalla produzione allo smaltimento. Un approccio sostenibile non riguarda solo i materiali, ma anche il design per la riparabilità e l’aggiornamento.
Il ruolo dei designer come facilitatori
Nell’approccio Humanity-Centered, i designer devono essere in grado di facilitare il processo decisionale, aiutando la comunità a trovare soluzioni condivise. Questo ruolo richiede competenze di comunicazione e la capacità di ascoltare attivamente, così come la conoscenza di tecniche partecipative.
Strumenti Utili
- Personas dinamici: i tradizionali user personas possono essere ampliati per includere aspetti legati alla comunità e all’ecosistema.
- Workshop di co-creazione: sessioni pratiche dove i partecipanti contribuiscono direttamente alla generazione delle idee.
- Mappe di sistema: strumenti per visualizzare le connessioni tra gli elementi di un sistema complesso, aiutando a identificare opportunità di intervento.
Conclusioni
L’Humanity-Centered Design non è solo un’evoluzione del design centrato sull’utente, ma una vera e propria rivoluzione che invita i designer a guardare oltre l’individuo, abbracciando la complessità delle sfide sociali e ambientali. Adottare questo approccio significa accettare la responsabilità di contribuire a un cambiamento positivo per le persone e il pianeta.
Il futuro del design non riguarda solo la creazione di prodotti migliori, ma la costruzione di un mondo migliore attraverso soluzioni condivise e durature. Sta ai designer di oggi cogliere questa opportunità e fare la differenza.