Il European Accessibility Act (EAA) è una direttiva dell’Unione Europea che mira a migliorare l’accessibilità di beni e servizi digitali, rendendoli fruibili per le persone con disabilità. Questa legge, che sarà applicata pienamente entro il 2025, è stata introdotta per garantire che tutte le esperienze digitali, compresi i siti di e-commerce, siano accessibili a tutti i cittadini dell’UE, indipendentemente dalle loro capacità fisiche o cognitive. Il focus principale dell’EAA è migliorare l’inclusività e favorire una maggiore indipendenza per le persone con disabilità, affrontando le barriere digitali che spesso incontrano online.
L’EAA stabilisce requisiti minimi di accessibilità in linea con le linee guida WCAG 2.1, Livello AA, già ampiamente adottate come standard di riferimento nel settore. Tali linee guida rappresentano un set di criteri utili per garantire che le piattaforme digitali siano fruibili da chiunque, e includono aspetti tecnici come la navigazione da tastiera, la leggibilità dei testi e l’uso di descrizioni alternative per contenuti non testuali come immagini e grafici. Con l’avvicinarsi del 2025, le aziende devono iniziare a lavorare verso la conformità, valutando l’accessibilità delle proprie piattaforme per apportare le modifiche necessarie.
Per le aziende che operano nel commercio elettronico, la conformità con l’EAA non è solo una questione di obbligo legale, ma anche una questione strategica che può portare benefici sia in termini di reputazione sia di fidelizzazione dei clienti. Rendere accessibile il proprio sito significa migliorare l’esperienza utente per tutti i visitatori, includendo anche coloro che possono avere difficoltà temporanee o che navigano da dispositivi meno performanti. Tuttavia, ci sono diversi aspetti che le aziende devono considerare per interpretare correttamente la normativa e assicurarsi di essere conformi. Di seguito, analizziamo cinque domande che ogni azienda europea con un e-commerce dovrebbe porsi per prepararsi all’implementazione dell’EAA.
1. Se ho un e-commerce internazionale, a quale legge devo fare riferimento?
Per le aziende con un e-commerce che opera in più paesi dell’Unione Europea, è essenziale capire quale normativa debba essere rispettata per quanto riguarda l’accessibilità. L’EAA stabilisce che ogni azienda debba essere conforme alla legge del paese in cui ha la propria sede legale. Questo significa che, anche se si ha un e-commerce attivo in più mercati europei, sarà principalmente la normativa di accessibilità del paese di origine dell’azienda a fare da guida per gli obblighi di conformità. Di conseguenza, un’azienda italiana, ad esempio, dovrà rispettare i requisiti previsti in Italia, anche se il suo sito è accessibile da altri paesi dell’UE.
Tuttavia, per mantenere un’elevata qualità dell’esperienza utente e garantire accessibilità su base internazionale, è consigliabile seguire gli standard minimi previsti dall’EAA in modo uniforme su tutti i mercati europei. In questo modo, si evita di incorrere in problemi legali o reclami da parte di clienti che navigano il sito da paesi con normative più stringenti in materia di accessibilità. Inoltre, adottare un approccio uniforme all’accessibilità permette di gestire meglio le risorse interne, evitando di dover realizzare versioni diverse del sito per adeguarsi a singoli mercati. A lungo termine, l’uniformità delle normative accessibili potrebbe anche favorire il consolidamento dell’immagine aziendale, creando una percezione di brand che pone il cliente al centro delle sue attenzioni.
2. Se il mio e-commerce è stato creato prima del 2025, devo comunque adeguarmi?
Sì, secondo l’EAA, anche i siti e-commerce lanciati prima dell’entrata in vigore della normativa dovranno essere resi accessibili entro il 2025. L’obiettivo della legge è quello di garantire che tutti i siti web, indipendentemente dalla loro data di creazione, siano accessibili entro la scadenza. Per le aziende con siti esistenti, questo potrebbe significare la necessità di apportare modifiche significative, soprattutto se la piattaforma non è stata progettata con i criteri di accessibilità in mente.
Molte aziende stanno già cominciando ad adeguarsi, adottando un approccio graduale che consente di distribuire i costi e ridurre l’impatto sulle operazioni quotidiane. Suddividere gli aggiornamenti in più fasi non solo aiuta a evitare spese impreviste e concentrare meglio le risorse, ma permette anche di monitorare e testare ciascuna modifica in modo efficace, assicurandosi che risponda ai requisiti di legge senza compromettere le funzionalità del sito. Ad esempio, un’azienda potrebbe iniziare rivedendo la struttura dei contenuti, per poi passare alla modifica dei colori e alla revisione della navigazione, garantendo che ogni aggiornamento sia pienamente conforme prima di implementare il successivo.
3. Quali sono le principali modifiche tecniche richieste per rendere un e-commerce accessibile?
Affinché un e-commerce sia conforme all’EAA, dovrà implementare una serie di modifiche tecniche volte a migliorare l’esperienza utente per le persone con disabilità. Tra i requisiti chiave troviamo la necessità di fornire alternative testuali per immagini, in modo che anche gli utenti non vedenti o ipovedenti possano comprendere il contenuto visivo attraverso descrizioni lette da screen reader. Inoltre, è fondamentale che la navigazione sia possibile anche tramite tastiera, per garantire l’accesso alle persone con limitazioni motorie che potrebbero non utilizzare il mouse.
Altri elementi che spesso richiedono modifiche includono il contrasto cromatico tra testo e sfondo, la gerarchia visiva degli elementi sulla pagina e la chiarezza dei contenuti testuali. Ad esempio, l’aggiunta di descrizioni chiare per i pulsanti di azione come “Aggiungi al carrello” o “Procedi al pagamento” può migliorare notevolmente l’usabilità del sito per tutti gli utenti. Anche la struttura dei form di acquisto deve essere ottimizzata, prevedendo campi facili da compilare e senza elementi confusi o ridondanti, che potrebbero rallentare l’esperienza di acquisto per chi ha disabilità cognitive o sensoriali.
4. Quali sono le implicazioni legali per chi non si adegua all’EAA?
La mancata conformità all’EAA potrebbe comportare sanzioni legali significative, che possono variare a seconda del paese dell’UE in cui l’azienda ha sede. Gli Stati membri sono responsabili della verifica del rispetto della normativa e dell’applicazione delle sanzioni per chi non si adegua. Le aziende che non rispettano l’EAA rischiano di incorrere non solo in multe, ma anche in danni reputazionali, poiché i consumatori sono sempre più attenti alle questioni di accessibilità digitale e tendono a preferire aziende che dimostrano di impegnarsi per un accesso inclusivo.
Ad esempio, la mancanza di accessibilità potrebbe portare a critiche pubbliche sui social media o su piattaforme di recensione, danneggiando la reputazione dell’azienda. Inoltre, è possibile che le associazioni per i diritti delle persone con disabilità prendano posizione contro aziende che non rispettano gli standard di accessibilità, aumentando il rischio di controversie legali e di un impatto negativo sull’immagine aziendale. Garantire la conformità all’EAA, al contrario, rappresenta un investimento non solo per evitare sanzioni, ma anche per rafforzare la propria reputazione come azienda responsabile e attenta alle esigenze di tutti i suoi utenti.
5. Quali sono i vantaggi di un e-commerce accessibile?
Oltre a rispettare gli obblighi di legge, un e-commerce accessibile può portare numerosi vantaggi in termini di business. Per prima cosa, un sito accessibile ha il potenziale di ampliare la base di clienti, includendo anche persone con disabilità che, altrimenti, potrebbero incontrare difficoltà o impedimenti nell’utilizzo della piattaforma. Garantire un’esperienza di navigazione positiva per un numero maggiore di utenti si traduce, spesso, in una maggiore fidelizzazione e in un incremento delle vendite, poiché gli utenti sono più propensi a tornare su un sito che offre un’esperienza soddisfacente.
Un sito accessibile, inoltre, è generalmente più facile da navigare per tutti gli utenti, indipendentemente dalle loro abilità, migliorando i tassi di conversione e l’interazione complessiva. Dal punto di vista SEO, i siti accessibili tendono a essere meglio indicizzati dai motori di ricerca, poiché gli algoritmi premiano i contenuti fruibili e facilmente interpretabili. Questo può portare a un miglioramento del posizionamento nelle pagine dei risultati di ricerca, aumentando la visibilità e il traffico organico del sito.
Conclusioni
L’European Accessibility Act rappresenta un importante passo avanti verso una inclusività digitale che va oltre il semplice obbligo legale, trasformandosi in un’opportunità strategica per le aziende. Adattarsi alle sue linee guida non significa solo evitare sanzioni, ma anche rendere il proprio e-commerce più fruibile, raggiungibile e competitivo. In un mercato sempre più attento ai valori di inclusione e accessibilità, implementare un sito accessibile può migliorare la reputazione aziendale, aumentare il coinvolgimento degli utenti e attrarre nuovi segmenti di clientela.
Prepararsi ora, anche attraverso aggiornamenti graduali, consente alle aziende di distribuire gli investimenti e testare ogni modifica in modo efficace, raggiungendo una piena conformità con anticipo rispetto alla scadenza del 2025. In definitiva, un e-commerce accessibile non solo rispetta le normative, ma costruisce un’esperienza utente migliore per tutti, dimostrando un impegno concreto verso un futuro digitale più inclusivo e orientato alla sostenibilità sociale.