Dal 28 giugno 2025, l’accessibilità digitale è diventata un obbligo anche per le aziende private in Europa. È entrato ufficialmente in vigore l’European Accessibility Act (EAA): siti web, app, e-commerce, servizi bancari, piattaforme di trasporto, contenuti PDF… tutto dovrà essere accessibile.
Non è più una raccomandazione. È legge.
Eppure, i numeri ci dicono che il web, oggi, resta ancora inaccessibile per milioni di persone.
L’ultima fotografia globale arriva dal report WebAIM Million 2025. E non lascia spazio a dubbi: l’accessibilità è ancora lontana dall’essere la norma.
Leggi il report completo WebAIM 2025
Il 95% dei siti ha ancora errori di accessibilità
Ogni anno, WebAIM analizza un milione di home page per valutare l’accessibilità del web.
Nel 2025, il 94,8% delle pagine esaminate presenta almeno un errore rilevabile automaticamente secondo le WCAG 2.1 (livello A).
In totale, sono stati registrati oltre 50 milioni di errori distinti: una media di 51 errori per pagina.
Non si tratta di piccole imprecisioni. Ma di barriere reali che rendono impossibile, o profondamente frustrante, la navigazione a persone cieche, ipovedenti, con disabilità motorie o cognitive.
Gli stessi errori. Ogni anno.
La cosa più sconfortante è che gli errori sono sempre gli stessi:
- Contrasto insufficiente tra testo e sfondo (71,6% delle home page)
- Immagini senza testo alternativo (55,8%)
- Link poco descrittivi, come “clicca qui”
- Etichette mancanti nei campi dei form
- Uso errato di elementi ARIA
- Strutture di intestazione disorganizzate o assenti
Si tratta di problemi evitabili, spesso risolvibili in fase di design. Eppure persistono, segno di una cultura progettuale che ancora non considera l’accessibilità una priorità.
L’accessibilità è (soprattutto) design
È troppo facile scaricare la responsabilità sul codice o sugli sviluppatori.
Il report WebAIM, come altri studi recenti, dimostra che molti errori derivano da scelte di design, contenuto e architettura dell’informazione.
Se un’immagine informativa è priva di descrizione testuale, non è un errore tecnico: è un errore di progettazione.
Se un bottone dice solo “invio” e non indica l’azione che esegue, è un errore di comunicazione.
L’accessibilità è un problema di team, non solo di sviluppatori.
EAA: il conto alla rovescia è finito
Dal 28 giugno 2025, il European Accessibility Act è legge.
Questo significa che tutte le aziende che offrono servizi digitali nei Paesi UE dovranno garantire la conformità alle WCAG (almeno livello AA), secondo lo standard europeo EN 301 549.
Chi non si adeguerà, rischia:
- Esclusione da appalti pubblici
- Reclami e sanzioni legali
- Danni reputazionali
- Perdita di mercato (soprattutto nel settore pubblico e bancario)
Non è allarmismo. È una trasformazione epocale che cambierà il modo di progettare.
Ma quanti siti sono davvero accessibili?
Al di là dei numeri WebAIM, altri report confermano la stessa tendenza:
- Secondo AudioEye (2025), solo il 3% del web può essere considerato accessibile.
- Un’analisi di oltre 2 milioni di pagine ha rilevato una media di 297 errori di accessibilità per sito.
- Il 71% delle persone con disabilità abbandona un sito quando incontra barriere di accesso.
La disabilità riguarda oltre 1,3 miliardi di persone nel mondo.
L’accessibilità non è solo una questione di inclusione: è una questione di mercato.
Perché è importante anche per la tua azienda
Un sito accessibile non è solo conforme alla legge. È più veloce, più chiaro, meglio indicizzato e più usabile per tutti.
- Migliora la SEO (Google ama i contenuti ben strutturati)
- Riduce il bounce rate
- Aumenta l’engagement
- Favorisce la fidelizzazione
- Semplifica la manutenzione
E soprattutto: ti protegge legalmente. Negli Stati Uniti, ci sono state oltre 4.500 cause legali nel 2023 per violazione dell’ADA (Americans with Disabilities Act). In Europa, il contenzioso legato all’accessibilità è in crescita esponenziale.
Checklist: da dove iniziare?
Ecco una lista pratica per capire se il tuo sito è almeno sulla strada giusta:
- Le immagini hanno testi alternativi descrittivi?
- I colori usati rispettano il contrasto minimo?
- I link hanno un testo chiaro e comprensibile?
- Le intestazioni seguono una gerarchia logica (H1, H2…)?
- I campi dei form hanno etichette visibili e associate?
- Tutto è navigabile da tastiera, senza mouse?
- I ruoli ARIA sono usati solo quando servono?
La buona notizia? Non serve rifare tutto. Si può iniziare da piccole cose. E migliorare un passo alla volta.
Conclusione: l’accessibilità è progettazione intelligente
L’accessibilità non è un’aggiunta. È parte integrante del design.
È un modo di pensare, di organizzare, di semplificare.
È ciò che distingue chi progetta per tutti da chi si accontenta di progettare per alcuni.
In un’epoca in cui l’intelligenza artificiale, la tecnologia vocale e la personalizzazione avanzata stanno rivoluzionando le interfacce, non possiamo permetterci di lasciare indietro nessuno.
Vuoi capire da dove iniziare?
Leggi il report WebAIM 2025 qui: https://webaim.org/projects/million/
Oppure… guarda il tuo sito con occhi diversi.
Con gli occhi di chi, ogni giorno, lotta per accedere a ciò che per altri è scontato.