L’accessibilità digitale non è più una questione “da grandi aziende” o da enti pubblici.
Dal giugno 2025 entra in vigore il European Accessibility Act: una normativa che impone requisiti minimi di accessibilità anche per ecommerce, servizi digitali e aziende private.
E se ti sei appena accorto che il tuo sito non è accessibile?
Se mancano pochi mesi, hai poco budget e zero tempo da perdere?
Niente panico: in questo articolo ti spiego cosa fare subito, senza giri di parole.
Una guida pratica per imprenditori, PMI, responsabili di ecommerce, freelance. Con cose fattibili, concrete e sostenibili — anche con risorse limitate.
Cosa prevede la legge: due parole sull’European Accessibility Act
Il European Accessibility Act (EAA) impone che molti prodotti e servizi digitali siano accessibili anche a persone con disabilità.
Chi è obbligato?
- Tutte le aziende private che offrono servizi digitali al pubblico (come ecommerce, app, siti di prenotazione, piattaforme online)
- Anche se piccole, se vendono o offrono servizi al pubblico
- Il termine ultimo: giugno 2025
Cosa significa “accessibile”?
Che il sito, l’app o il servizio deve poter essere usato anche da chi:
- ha difficoltà cognitive, linguistiche o sensoriali.
- non può vedere (es. usa screen reader),
- ha disabilità motorie (e naviga solo da tastiera),
Cosa succede se non mi adeguo?
Nella pratica:
nel tempo, potresti anche ricevere segnalazioni formali o sanzioni, soprattutto se vendi a livello europeo.
- potresti essere escluso da bandi, partnership o forniture (soprattutto con la PA),
- perdere clienti che non riescono a usare il tuo sito,
- danneggiare la reputazione del brand (l’accessibilità è anche un tema etico),
Hai poco tempo? Parti da queste 7 azioni a impatto immediato
Non devi rifare tutto da capo. Ma qualcosa va fatto subito.
Ecco le 7 cose più urgenti e accessibili (in tutti i sensi):
1. Fai una verifica base del tuo sito
Chiedi a chi ti ha realizzato il sito (web agency, freelance, sviluppatore):
- il sito ha un buon contrasto tra testi e sfondo?
- le immagini hanno testo alternativo?
- si può navigare solo da tastiera (senza mouse)?
- c’è un titolo chiaro in ogni pagina?
Se non sai cosa chiedere, nel mio libro “Accessibilità per designer, dev e team digitali” trovi una guida pratica con esempi, checklist e template.
2. Verifica se puoi aggiungere una dichiarazione di accessibilità
Anche se non è ancora perfetto, inserire una pagina “Accessibilità” sul tuo sito è un primo passo serio:
- mostra che stai lavorando sul tema,
- offre un contatto a chi ha difficoltà,
- comunica trasparenza e apertura.
Può bastare una pagina con:
- link per segnalare problemi,
- stato attuale (“in fase di miglioramento”),
- impegni per i prossimi mesi.
3. Controlla il tuo CMS o piattaforma
Usi WordPress, Shopify, Wix, PrestaShop o altro?
- Alcune piattaforme offrono strumenti o plugin per migliorare accessibilità (ma non risolvono tutto).
- Verifica se il tema/template che usi è accessibile (molti non lo sono).
- Evita di usare plugin che creano elementi non accessibili (es. caroselli, popup mal progettati).
4. Elimina gli ostacoli evidenti
Evita queste cose subito:
- PDF non leggibili (usa pagine web invece),
- immagini con testo incorporato (es. banner con offerte scritte solo in JPG),
- video senza sottotitoli,
- moduli con etichette poco chiare (es. “invia” invece di “invia richiesta di contatto”).
5. Scrivi testi più semplici
Molti siti usano ancora un linguaggio complesso, formale, poco chiaro. Semplifica:
- evita passivi, burocratese, frasi lunghe,
- usa verbi diretti (“scopri”, “contattaci”, “invia il modulo”),
- usa paragrafi brevi e titoli descrittivi.
Un sito più chiaro non aiuta solo chi ha disabilità cognitive, ma tutti. Anche Google.
6. Inserisci un punto di contatto accessibilità
Aggiungi in fondo al sito una frase tipo:
“Hai difficoltà a usare questo sito? Scrivici a [email] e ti risponderemo il prima possibile.”
Questo piccolo gesto ha grande valore: accorcia le distanze, crea fiducia e ti mette al riparo da future contestazioni.
7. Fai un test base gratuito
Non servono strumenti a pagamento.
Usa questi tool (da solo o con chi ha fatto il sito):
- WAVE – Web Accessibility Evaluation Tool
- Lighthouse (Google Chrome DevTools)
- Naviga il sito senza mouse: riesci a fare tutto da tastiera?
Sono test semplici ma utili per capire da dove partire.
Non puoi fare tutto? Parti da qui
Se il budget è davvero minimo, ecco le tre cose da fare prima di ogni altra:
- Chiedi una verifica base a chi ti ha fatto il sito
- Aggiungi una dichiarazione o nota di accessibilità
- Evita di pubblicare nuovi contenuti non accessibili
E poi: metti in roadmap una revisione graduale.
Magari iniziando da una sola pagina, o solo dalla homepage, o solo dai moduli di contatto.
Mini-checklist per imprenditori (da usare oggi stesso)
- Chiedo al mio sviluppatore se il sito rispetta le basi dell’accessibilità
- Controllo il mio sito con WAVE o Lighthouse
- Aggiungo una pagina o paragrafo “Accessibilità” con email di contatto
- Elimino contenuti che so non accessibili (PDF, caroselli, testi complessi)
- Inserisco un reminder in ogni nuovo contenuto da oggi: “È accessibile?”
Conclusione: non serve la perfezione, serve iniziare
L’accessibilità digitale non è una croce, è una forma di rispetto.
Rende il tuo sito più aperto, più usabile, più competitivo.
E sì, è un obbligo, ma anche un’occasione per distinguerti.
Non serve rifare tutto, serve un piano e un primo passo.
Se vuoi una guida pratica, esempi di testi accessibili, o template per la dichiarazione: trovi tutto nel mio libro “Accessibilità per designer, dev e team digitali”.