L’accessibilità digitale e la SEO sono spesso considerate due ambiti distinti: uno legato all’inclusione delle persone con disabilità, l’altro focalizzato sul posizionamento nei motori di ricerca.
In realtà, queste due discipline hanno moltissimo in comune. Entrambe puntano a rendere i contenuti più chiari, ordinati, fruibili e comprensibili da parte degli utenti e dei sistemi automatici.
Investire in accessibilità aiuta anche il posizionamento organico del sito. Allo stesso tempo, lavorare bene sulla SEO migliora l’usabilità generale delle pagine, a beneficio anche di chi naviga con difficoltà.
In questo articolo vediamo perché accessibilità e SEO si rafforzano a vicenda, cosa hanno in comune e quali buone pratiche si possono applicare fin da subito.
SEO e accessibilità: due strade con un obiettivo comune
La SEO (Search Engine Optimization) mira a rendere un sito web comprensibile e indicizzabile da parte dei motori di ricerca, per farlo emergere nei risultati delle ricerche degli utenti.
L’accessibilità, invece, si occupa di garantire che i contenuti siano fruibili anche da persone con disabilità visive, uditive, motorie o cognitive.
Quello che accomuna questi due ambiti è un concetto semplice: chiarezza.
Se un contenuto è più leggibile e strutturato per una persona, lo sarà anche per Google.
Cinque motivi per cui accessibilità e SEO si aiutano a vicenda
1. Struttura dei titoli (H1, H2, H3…)
L’utilizzo corretto dei titoli aiuta i motori di ricerca a comprendere la gerarchia dei contenuti, e allo stesso tempo consente agli screen reader di orientare l’utente.
Dal punto di vista SEO, una buona struttura con H1, H2 e H3 migliora la scansione del testo da parte di Google.
Dal punto di vista accessibile, consente una navigazione efficace per chi utilizza tecnologie assistive.
Ogni pagina dovrebbe avere un solo H1, seguito da H2 e H3 coerenti. Evitare salti di livello è fondamentale per la comprensione.
2. Testi alternativi per le immagini
Google non è in grado di “vedere” le immagini. Lo stesso vale per chi naviga con un lettore di schermo.
L’attributo alt (testo alternativo) permette di descrivere il contenuto dell’immagine in modo efficace.
Un buon alt text aiuta l’indicizzazione delle immagini su Google e offre alle persone non vedenti la possibilità di comprendere cosa rappresenta un elemento visivo.
Attenzione: non è necessario descrivere ogni dettaglio, ma trasmettere il significato dell’immagine all’interno del contesto.
3. Link descrittivi
Link come “clicca qui” o “scopri di più” sono poco informativi per Google e completamente privi di contesto per chi naviga con un lettore di schermo.
La SEO migliora se il testo del link descrive chiaramente la destinazione. L’accessibilità migliora se l’utente può capire dove sta andando prima di cliccare.
Meglio usare frasi come: “Leggi la guida sull’accessibilità 2025” oppure “Scarica la checklist per il tuo sito web”.
4. Codice semantico e dati strutturati
Un sito ben strutturato in HTML semantico, con tag corretti e landmark significativi, aiuta sia i motori di ricerca sia le tecnologie assistive.
Per la SEO, un codice pulito e coerente consente a Google di comprendere meglio il contenuto della pagina.
Per l’accessibilità, facilita la lettura da parte di screen reader e altri strumenti.
Usare elementi come <main>
, <nav>
, <footer>
, <article>
, e applicare gli attributi ARIA quando necessario, rende il sito più robusto e inclusivo.
5. Performance e leggibilità
Un sito veloce, leggero e con contenuti ben scritti migliora l’esperienza utente generale.
La velocità di caricamento è un fattore di ranking importante per Google e ha un impatto diretto sull’accessibilità per chi usa connessioni lente o dispositivi datati.
Anche la leggibilità è cruciale: font semplici, paragrafi brevi, spaziatura adeguata e testi chiari sono buone pratiche comuni sia per la SEO che per l’inclusione.
Anche la SEO tecnica migliora l’accessibilità
Oltre agli aspetti visivi e strutturali, anche la SEO tecnica ha ricadute positive sull’accessibilità.
Un sito con una sitemap ben organizzata, titoli coerenti e meta description significative è più facilmente indicizzabile, ma anche più comprensibile per chi utilizza screen reader.
Tag title
, URL parlanti, e struttura del codice ordinata migliorano non solo il ranking su Google, ma anche la capacità delle tecnologie assistive di restituire un’esperienza fluida e coerente.
In altre parole: un sito “SEO friendly” spesso è anche più accessibile.
Errori comuni da evitare
Ecco un elenco di errori che penalizzano sia l’accessibilità che la SEO, e che si possono correggere facilmente:
- Usare titoli solo per effetto visivo, senza rispettare la gerarchia
- Lasciare le immagini senza testo alternativo
- Inserire link generici come “clicca qui” senza contesto
- Dimenticare etichette e associazioni nei form
- Utilizzare colori chiari su sfondi chiari, senza contrasto
- Costruire menu che funzionano solo con il mouse
- Inserire testi troppo piccoli o con font decorativi poco leggibili
- Pubblicare video senza sottotitoli o trascrizioni
Un esempio concreto: prima e dopo
Prima degli interventi:
- Titolo H1 mancante, sottotitoli disordinati
- Immagini senza alt text
- Link generici e ripetitivi
- Video senza sottotitoli
- Colori a basso contrasto
Dopo gli interventi:
- Struttura titoli ben definita
- Immagini descritte correttamente
- Link specifici e informativi
- Video con trascrizione
- Contrasto visivo migliorato
Il risultato? Maggiore permanenza sulla pagina, più traffico da Google e una navigazione migliore per tutti.
Google premia i siti che funzionano bene
I motori di ricerca danno sempre più importanza all’esperienza utente.
Questo significa premiare contenuti chiari, navigazione semplice, codice leggibile, testi strutturati.
Tutti questi fattori sono alla base delle linee guida per l’accessibilità web (WCAG).
Quindi, rendere un sito accessibile vuol dire anche prepararlo per essere premiato nei risultati di ricerca.
Una mini checklist per iniziare
- Ogni pagina ha un solo H1 ben scritto
- Le immagini importanti hanno un testo alternativo significativo
- I link sono descrittivi e contestualizzati
- I form hanno etichette leggibili e associate correttamente ai campi
- Il contrasto tra testo e sfondo è elevato
- I video hanno sottotitoli o trascrizioni
- La navigazione da tastiera è fluida e completa
Conclusione
Accessibilità e SEO non sono due binari separati.
Sono due approcci che si potenziano a vicenda, migliorando la qualità di un sito web in termini di usabilità, visibilità e impatto positivo sull’utente.
Rendere il proprio sito accessibile non significa solo rispettare una normativa, ma migliorare l’esperienza di chiunque ci navighi, con benefici concreti anche per il posizionamento organico.
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